NON TUTTO HA SENSO

Non credo mai abbastanza nelle mie idee.
“Partiamo dal presupposto che sposarci sarebbe un’enorme cazzata e che il matrimonio invecchia”.
Avevo esordito così.
Poi ci siamo sposati.

Non è che le donne hanno sempre ragione. È che gli uomini hanno meno resistenza.

Se dici di essere avvocato, ci sarà sempre qualcuno nel raggio d’azione di 2 metri che avrà un problema da sottoporti.

Ho fatto il classico, giurisprudenza e tifo Inter. Non venirmi a dire che non sappia cosa sia la sofferenza.

Ci sono persone che devono primeggiare soprattutto quando dici di avere un problema. Loro ne avranno almeno dieci in più.

Ho osteggiato talmente tanto il matrimonio che quando arriverà chiederò al fotografo di utilizzare molti filtri perché non voglio mi si riconosca.

Ammiro molto le coppie che stanno insieme da molti anni. Ci vuole bravura a non farsi scoprire.

Avevo un fidanzato fissato con i sacchetti della spazzatura. Eh no! Non era Accorsi che li comprava per seppellire cadaveri.
Sperperava il suo denaro senza problemi ma quando era il momento di utilizzare uno di quei sacchetti grandi e neri diceva: “Ma tu lo sai quanto costano?”.
Ma quanto costano ‘sti sacchetti?

Una volta sono arrivata un’ora prima del volo in aeroporto. Per la precisione, un’ora e un giorno prima.

Quelli che dicono “Se tornassi indietro, rifarei le stesse cose”, non li capisco.
Io tornerei indietro anche per non comprare lo yogurt che è scaduto in frigo.

Quando pubblichi una foto e ti chiedono “dov’è?”. Nel 50% dei casi è già scritto. Nel restante 50% non lo hai scritto perché non avevi voglia di dirlo.

Vivo in Sicilia e devo ancora incontrare uno che parla come Montalbano.

INCANTESIMO SICILIANO

Ho dovuto dare più giustificazioni a chi in questi anni mi ha chiesto:”Perché parli così? Non sei siciliana!”, che a mia madre in tutta la vita.
Ho sempre cercato risposte credibili a questa domanda ma non ne ho mai trovate.

Da 0 a 1 anno parlavo come un uomo che ha ragione.
Fino a 9 anni avevo la cadenza di Totò Cascio nel film “Nuovo Cinema Paradiso” di Tornatore.
Dai 9 anni in su ho iniziato a parlare milanese come la bambina del film “Incantesimo napoletano” di Luca Miniero e Paolo Genovese.
A 24 anni, mentre tutti andavano a Londra ad imparare l’inglese, lavando piatti e pentole (quindi tornavano che parevano Mastrota poliglotta), mi sono trasferita a Milano per perfezionare la lingua.
E cosa succede?
Succede che con tutti quei: siciliani, calabresi e pugliesi che sono andati a vivere in Lombardia per lavare piatti e pentole direttamente a Giorgio Mastrota, mi sono confusa talmente tanto che adesso parlo come una che ha caricato la lavastoviglie a casa di Stefano Accorsi.
(Per chi non avesse letto i post precedenti, sappiate che Accorsi ha la lavastoviglie perché è lì che nasconde i cadaveri).
Quindi adesso, quando qualcuno mi chiede:”Perché parli così?”, rispondo con quella che mi sembra l’unica spiegazione plausibile: “Ho ingoiato Stefano Accorsi”.

IO E LA GIULIA

Se c’è una cosa che ho capito dalle storie d’amore è che tutti hanno una ex di nome Giulia. O almeno tutti i miei ex.

C’è stata la Giulia di Milano, la Giulia di Roma e la Giulia di Palermo.

Insomma, fidanzato che hai , Giulia che trovi.

Ormai quando conosco qualcuno, non gli chiedo “Di dove sei?” ma “Come si chiama la tua ex?”.
Se si chiama Giulia, allora è probabile che avremo una storia, se si chiama: Clara, Martina, Luisa…allora nulla da fare.

Per non parlare di quando incontro qualcuno fidanzato con Giulia. Guardo quella poverina pensando che dopo toccherà a me e mi sento in colpa.

E pensare che da piccola avrei desiderato chiamarmi Giulia e invece sono solo quellachearrivadopoGiulia.

Miriam, Adriana e Kim.

Sono sempre stata figlia unica, tranne dieci minuti all’ufficio anagrafe.
In quei dieci minuti mi ero affezionata a mia sorella Adriana. Già sognavo: la Carrà che ci faceva ricongiungere, i pranzi in famiglia, le vacanze insieme. Finalmente avrei potuto anch’io pubblicare su Facebook quei post sulla sorella maggiore.
Perché i miei genitori mi avevano tenuta nascosta una sorella? Dov’era adesso? Accorsi era al corrente di questa sparizione?
Poi mi hanno dato il documento giusto.
Ciao Adriana, ovunque tu sia, sappi che ti ho voluto bene.

Quando dico che non amo le serie tv mi guardano come se dicessi che ho ammazzato qualcuno. Prima o poi girerò una serie tv in cui ammazzerò qualcuno e poi chiederò ad Accorsi di seppellirlo (vedi articoli precedenti).

Mi è sempre piaciuto il mio nome: Miriam.
Non conosco molte Miriam, quelle poche che conosco sono tutte gnocche, poi ci sono io.
Comunque Miriam con la mia faccia si abbina benissimo, come il cacio sui maccheroni. Se mi fossi chiamata Giulia o Martina sarebbe stato come abbinare l’avocado sui maccheroni.
Una volta scoprii che Kim Rossi Stuart aveva chiamato il suo cane Miriam. È stato un duro colpo. Quando qualcuno chiamava “Miriam”, io mi guardavo intorno per capire se stessero chiamando me o il cane di Kim Rossi Stuart. Se lui non rispondeva, abbaiavo io.
Prima o poi mi ve dicherò, prenderò un cane e lo chiamerò non Kim ma KimRossiStuart tutto attaccato. Poi gli insegnerò a recitare da cani.

Ho sempre creduto che i colleghi fuori dall’orario d’ufficio non esistessero. Poi ne ho incontrato uno al supermercato. Esistono!

Le femministe mi fanno paura. Dovrebbero fare delle favole senza streghe e lupi cattivi ma con le femministe.

Tutti quelli che si siedono accanto a me hanno sempre una gran voglia di parlare.

Prima o poi Accorsi mi denuncerà.

È tutto molto trascurabile III

Ogni volta che devo scegliere il posto sull’aereo, mi chiedo sempre da quale parte sia meno tragico morire.

Quando meno te lo aspetti c’è un cameo di Andrea Purgatori in qualche film.
Quando qualcuno vede un nuovo film, non chiedo la trama o se è bello o brutto ma se c’è Andrea Purgatori.

Prendo sempre la confezione che sta dietro o sotto. Quella davanti è stata toccata da troppe persone. Forse è per questo che non credo nell’amore a prima vista ma in quello che sta alle spalle del potenziale amore della mia vita.
Non tu, tu!

Le canzoni in inglese sono belle fino a quando non le traduci.

Quando mi si rompe un elettrodomestico, non lo butto, lo metto da parte. Si dice che il tempo aggiusti le cose ma il frullatore ancora non frulla.

Da alcuni anni c’è la moda dell’avocado.
Non importa quali siano i tuoi gusti, l’avocado lo devi mangiare!

Sono anni che dico:”potrebbe servirmi” con riferimento a cose o persone che non ho mai “utilizzato”.

C’è sempre qualcosa che continuo a comprare e so che non mangerò. Ho, ad esempio, un problema con lo yogurt. A me lo yogurt non piace ma continuo a comprarlo. Guardo sempre se la scadenza è abbastanza lontana sperando che in quel lasso di tempo io possa cambiare i miei gusti e iniziare ad amare lo yogurt. Ma niente! Per non buttarlo, faccio le cheesecake con yogurt e frutta. Poi butto anche quelle.
Dovrei inventare una ricetta con yogurt e avocado, così da buttarli contemporaneamente.

Ormai sai che se la didascalia dice “vegano”, la foto è di un piatto di carne. E viceversa.

Ogni volta che vedo Stefano Fresi e Giuseppe Battiston ho la stessa indecisione di quando devo capire se ho davanti un cedro o un limone.

Mi piace avere a casa thé, tisane e infusi di tutti i tipi e di tutti i gusti. Poi fanno la fine dello yogurt, della cheesecake, dell’avocado…ma dopo molto più tempo però.

Una volta gli dissi “ti amo” e lui mi rispose: “C’è la bolletta da pagare”. Poi gliela feci pagare io. Non la bolletta.

Mia mamma, prima di uscire, mi raccomandava di non aprire a nessuno. Poi credo manomettesse il campanello perché non ha mai citofonato nessuno.

Ci sono due categorie di medici che mi fanno paura: i dentisti e i ginecologi. Temo di avere un problema inconscio quando si tratta di aprire qualcosa. Dev’essere colpa di mia mamma.

La mia autostima è stata fortemente temprata dalla incredulità di mia mamma quando le mostravo qualcosa di bello che avevo fatto.
“Lo hai fatto veramente tu?”, “Sei capace?”. Una volta le risposi di no, e fece un’espressione incredula anche in quel caso.
Chissà qual è la risposta che si aspetta.

I vicini di casa hanno sempre pessimi gusti musicali.

Sono sempre puntuale fino a quando non ricordo di aver dimenticato qualcosa.

Il mio tormentone estivo è stato per anni: “Non fare il bagno perché hai finito di mangiare da poco!”

La terza serie, il terzo volume e questo terzo post fanno sempre rimpiangere: la prima serie, il primo volume, il primo post.

È tutto molto trascurabile 2

Al secondo tentativo diciamo: “Non funziona” e abbandoniamo. Nelle relazioni sentimentali invece ci accaniamo.

Quando è il tuo momento di pagare, la cassiera viene catturata da un attacco di lentezza, di dissenteria o dagli alieni.

Elisa canta: “ti porto un gelato che non puoi mangiare”. Che cazzo me lo porti a fare, allora?

Stefano Accorsi ha il pathos nella voce. Anche quando dice: “Buongiorno”, tu sai che c’è qualcosa sotto, che ha appena finito di seppellire un cadavere.
Alessandro Borghi ha il pathos negli occhi. Anche quando ti dice: “Buongiorno”, tu sai che ha appena visto Accorsi seppellire un cadavere.

Sono giorni che non trovo un braccialetto. L’avrà seppellito Accorsi con la complicità di Borghi.

Quando ordino la pizza, ho sempre la consapevolezza che quella che ha ordinato un altro sarà più buona della mia.

Una collega una volta mi disse: “Ti sai vendere molto bene”. Da quel giorno ho sempre pensato che se fossi stata una pentola o un materasso, Mastrota non sarebbe mai esistito.

Ogni volta che un uomo fa qualcosa in casa, ti guarda con quell’aria soddisfatta e tronfio come a volerti dire: “Guarda che cosa ho fatto! Sono o non sono un super eroe?!”.
NO, NON LO SEI!

Ogni volta che mi propongono di comprare dei biglietti di qualche lotteria rifiuto perché so già che in qualche parte del mondo esiste il Pierfrancesco Favino delle lotterie che vince sempre e io non voglio solo partecipare.

Una volta c’erano le famiglie del Mulino Bianco. Adesso ci sono le “famiglie di Muccino”…soprattutto quando vorresti dormire.

È tutta una questione di prospettiva. Io, dopo il bucato, trovo sempre tre calzini. Quindi, non penso di averne perso uno ma che si sono incontrati, innamorati e hanno fatto un nuovo calzino.

Quando mi domandano: “Perché non scrivi un libro?” (che ormai non è più un complimento indiretto alla tua bravura da quando un libro lo ha scritto anche il mio vicino di casa il quale era convinto che Pio X si leggesse Pip ics), io penso che un libro scritto da me non lo leggerei. Perché dovrebbero leggerlo gli altri?

È tutto molto trascurabile

In questi giorno ho capito che:

Francesco Piccolo ha scritto tre libri di pensieri che fanno tutti con la differenza che lui ne ha fatto tre libri.

La parte più difficile di una dieta è bere almeno due litri d’acqua al giorno.

Pensavo che quando sarò incinta potrò mangiare di tutto senza sentirmi in colpa. Poi ho scoperto che non potrò mangiare la carbonara e il tiramisù. Così ho capito cosa intendono quelli che dicono che i figli sono un grosso sacrificio.

“Tu non hai figli, non puoi capire!”. Già! Io non posso capire come possa essere la vita senza carbonara e tiramisù.

Mia mamma ormai mi chiama per avere conferma della veridicità di una notizia.

L’altro giorno mi ha chiesto se quella che fa quella trasmissione di cui non ricorda il nome abbia veramente detto quella cosa. Così sono andata su google a cercare: quella trasmissione cosa.

Volevo scrivere ad un tizio con il quale avevo litigato: “Sei uno stronzo” ma il correttore continuava a suggerirmi “stronzio”. Allora gli ho scritto “sei uno stronzio e non chiedermi perché ma il correttore lo sa!”.

Poi è sparito. Lo stronzio tra i suggerimenti c’è ancora.

Quando ero piccola e correvo mia mamma mi diceva di non sudare. In Sicilia, a luglio, sudi anche se cammini.

L’idea di quell’impresa mi faceva sudare.

Prima si abbassava il volume per leggere le indicazioni stradali, adesso la mascherina per qualsiasi cosa.

Quando qualcuno si lamenta di essere un numero io penso che anche il salumiere mi vede come tale, però mi dà sempre quello che voglio.

Una volta pubblicai una foto e uno mi scrisse:”Chissà cosa ti scriveranno gli uomini”.

Non ricevetti nessun altro messaggio.

Cosa scrivono gli uomini?

Il 99,9% dei messaggi si conclude con “se passi da Roma…”

Ma quanti abitanti fa Roma? Che ci fate tutti a Roma? Io posso passare al massimo da Cefalù ma Roma non è che mi viene proprio di passaggio.

La notte ho idee geniali che mi tengono sveglia. Di giorno spariscono ed è per questo che mi viene sonno.